Prohibido jugar a la pelota n.4 di Edoardo Ettorre
Olio su carta 29,7×21 cm, Giulianova, Novembre 2020
Mi piace pensare a questa fase della mia ricerca artistica (nata pittorica) come una necessaria sperimentazione. Dal 2018/19 ho cominciato ad avvertire l’esigenza di dar vita ad opere formalmente differenti tra loro ma accomunate da un preciso filo conduttore, il sociale (ormai sinonimo di quotidiano), ed un mezzo comune, il sarcasmo. Ho iniziato così a dedicarmi anche alla street art, sotto forma di pittura quanto di installazioni e performance.
Con Prohibido jugar a la pelota ho deciso di realizzare una serie di pitture che potessero rappresentare un pensiero nostalgico che in quel periodo alimentava il mio interesse: “solo quindici anni fa, se ci avessero proibito di uscire a giocare all’aria aperta e messo tra le mani uno smartphone, sarebbe stata la peggiore delle punizioni.”
Ho reinterpretato vecchie foto prese dall’archivio fotografico della mia famiglia, momenti vissuti e riproposti attraverso una pittura rapida e istintiva, “eliminando” i volti dei protagonisti e rendendoli un po’ figli della nuova generazione. Generazione social nella quale è sempre più difficile trovare una separazione tra “pubblico” e “privato”, tra “intimo” e “condiviso”. Una distinzione che è invece un aspetto fondamentale per la costruzione della propria identità attraverso la possibilità di stabilire dei confini che sono la base della capacità di entrare in contatto, di relazionarsi.
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